Un pellegrinaggio spirituale
Stagioni del cuore, attese, o Signore…
Sguardi materni, la Vergine attende…
Ella ci attende; il suo abbraccio nel Tuo.
Ella ci attende; il suo cuore nel Tuo. Ascoltiamo. E’ aperto.
Aperto per noi, per sempre.
Pregando con questa intenzione, il giorno 19 gennaio, in comunione con i rappresentanti della Vicaria del Fiora, la nostra Comunità ha mosso i primi passi di un pellegrinaggio spirituale che culminerà il giorno 19 maggio; data in cui si ricorda l’apparizione della Madonna alla pastorella Veronica Nucci nel luogo ove oggi si trova il Santuario dedicato alla Vergine Addolorata. Il Monastero ne è prolungamento, non solamente murario; la Comunità carmelitana, infatti, custodisce il luogo e il messaggio accolto dalla pastorella, che può essere condensato con la frase del salmo “scompaiano i peccatori dalla terra”, confidando nella misericordia di Dio invocata attraverso la preghiera di intercessione e l’offerta della vita. Un luogo di riflessione sul costante cammino di conversione dell’uomo davanti a un Dio che lo ama e lo attende … La spiritualità carmelitana è la spiritualità del cammino di interiorizzazione della ricerca di Dio: le monache carmelitane si mettono in viaggio per vivere un pellegrinaggio spirituale tra le mura del monastero. Al tempo stesso accolgono i pellegrini che percorrono le strade del mondo, nell’esperienza della preghiera incessante che avvicina a Dio,
contemplato nella Parola, in se stesse e negli eventi vissuti con la forza della grazia sacramentale.
Ed ecco che in questo luogo teologico, luogo sacro, santuario voluto dalla Vergine Maria, convergono carismi che appartengono all’uomo che si riconosce bisognoso di perdono e libertà interiore, si mette in cammino, cercando vie che consentano il ritorno a Dio con tutto il cuore e con tutta l’anima. Vie interiori e percorsi tracciati negli anni verso luoghi sacri che sostengano l’impegno di un passo perseverante di purificazione, di povertà e di solidarietà, sperimentato attraverso la fatica fisica del percorso. Il Monastero che si presenta come Janua Coeli, Porta del Cielo, è luogo di incontro gioioso perché i fratelli e le sorelle possano varcare insieme quella porta aperta che è la Vergine stessa; due modalità di viaggio – contemplativa, processo di conversione e trasformazione e fenomeno religioso che si estende nel tempo e abbraccia luoghi e culti diversi – strade del mondo e del cuore che si intrecciano ed esprimono lo stesso desiderio. Quale? L’evento straordinario di cui conserviamo grata memoria è testimone afferrato nella staffetta della vita, che sollecita la responsabilità di ascoltare il cuore del Signore attraverso il cuore della Madre, in un luogo “visitato” dal cielo. Per un popolo che aspetta che Dio conceda “cibo in tempo opportuno”; per saziarsi di beni e ricrearsi con il dono dello Spirito (cfr sal 1). Anche lo spostamento fisico da un luogo ad un altro luogo di culto è familiare alla spiritualità carmelitana che ha origine proprio da un movimento verso la Terra del Signore, per consacrare il proprio tempo a Dio. L’alternarsi di movimenti fisici e interiori con il trovare riposo fisico e anche di sosta per ascoltare il proprio vissuto, la voce di Dio e la propria, consente di riconoscere che ogni cuore è terra visitata e abitata dal Signore: per questo, attraverso iniziative di preghiera e di incontro, sarà bello mettere insieme “pezzi di terra” che diventano pezzi di cielo, terre in cui il Signore si manifesta con una particolare storia… “Fermatevi e sappiate che io sono Dio”… (Sal 45)