Terra consegnata.
Terra da abitare con fede.
Terra “straniera”.
Resa fertile dal cammino,
nel tormento di un amore assaporato,
non ancora interamente posseduto.
La Vergine Maria è divenuta donna quando è arrivata ai piedi della croce; pienamente madre, pienamente affidata a Dio in opposizione ad ogni logica umana. Ancorata alla terra bagnata dal sangue del Figlio e alla promessa di una vita nuova che nasce attraversando la morte. La pagina di Vangelo in cui morte e vita si affrontano, amore e dolore si fondono e generano l’opportunità di una vita eternamente beata, è riferimento dei carmelitani nel giorno in cui onorano solennemente la Vergine come Madre e Sorella del Carmelo, il 16 luglio; una pagina di storia che descrive l’esperienza unica di accoglienza nel cuore di Maria e di Maria nel nostro cuore. Il suo, trafitto per amore, il nostro, ferito dal peccato. Nel santuario dell’Addolorata, luogo che racchiude segreti spirituali legati a questa esperienza di affidamento a Maria, facciamo memoria dei movimenti di entrata e di uscita pensati dalla Misericordia divina per noi…
“Difficilissimo morir da giusto a chi fu peccatore”; una piccola ed intensa frase della Protesta, preghiera recitata dalla pastorella Veronica insieme alla Vergine Addolorata. Questo è il pensiero di ogni uomo, da Adamo fino ad oggi. Pensiero che indica una verità; nessun peccatore avrebbe potuto morir da giusto se il Signore, con la sua vita, non lo avesse riscattato. Dal “si” di Maria, Gesù, Verbo incarnato, ha cominciato questo pellegrinaggio speciale da uomo – Dio, perché noi potessimo vivere il nostro da uomini salvati e resi figli di Dio. E, cosa straordinaria, il nostro cammino individuale di ritorno al Padre, diviene cammino di popolo; il cammino di conversione, diviene cammino di evangelizzazione… Il cammino diviene storia sacra di un popolo che prende coscienza di sé proprio dal movimento esodale di uscita da tutto ciò che impedisce di cercare e vedere Dio. Il giusto è colui che accoglie il perdono, non chi è esente da cadute proprie alla fragilità della nostra condizione umana. E animato dalla promessa di una gioiosa stabilità, è reso capace di attraversare il deserto per immergersi nel mistero della vita. Il deserto dell’anima, il deserto della società, per scoprire sempre nuove oasi in cui il Signore continua a manifestarsi. Così abbiamo inteso questo piccolo pellegrinaggio che vedrà un’importante tappa il 19 maggio, ricorrenza della prima apparizione dell’Addolorata a Veronica Nucci; una penetrazione più profonda della chiamata alla vita.
Il pellegrinaggio cristiano esprime il senso religioso popolare come prolungamento della vita liturgica della Chiesa ed è uno dei mezzi per comprendere il mistero di Cristo. Nel nostro territorio, inteso come contesto socio-culturale con una particolare struttura e organizzazione della vita e delle relazioni, come può “respirare” il messaggio consegnato dalla Vergine a Veronica? Come, la comunità carmelitana può aiutare la crescita responsabile del popolo in cammino qui, nella quotidianità, nel desiderio condiviso di liberazione spirituale… di Cielo? Come poter camminare insieme agli apostoli sulle orme di Gesù… mentre Maria ci tiene per mano? Accogliendo e portando l’amore che tormenta finché non sia interamente posseduto?