Il Signore ha scelto te
Voce di materna tenerezza
Per accompagnare i nostri passi.
Perché il nostro piede
Non affondi nel fango
Le tue orme accanto alle nostre
Fino alla fine dei nostri giorni.
Tu sei con noi Maria.
“Possiamo vivere in Maria, nostra Madre amabilissima, conservando e alimentando in noi una filiale, tenera, innocente conversazione dell’anima e aspirazione amorosa verso di lei nell’agire e nel patire, nelle pene, nei dolori, nelle afflizioni e nelle calamità. In tal modo si stabilisce un flusso e riflusso soave di amore dell’anima verso Maria, Madre amabilissima e dilettissima e da lei verso Dio”. Queste parole lasciate in eredità ai carmelitani da un confratello venerabile – Michele di S.Agostino – vissuto nel XVII secolo, ci aiutano a verificare quanto di quel messaggio, ritroviamo anche nell’esperienza di dialogo tra Veronica Nucci e la Madre Addolorata; relazione amorosa, filiale, che porta l’anima unita a Dio e alla Vergine Maria, a generare in se stessa Gesù, come esperienza di accoglienza della sua Parola che vive e cresce nel cuore di chi l’accoglie, trasportando ad una relazione sempre più profonda verso i fratelli più bisognosi; i peccatori meno consapevoli del male che li rende prigionieri, meno consapevoli di quanto Dio ha fatto per noi o meno rispettosi di questo dono di vita e di amore.
“Aiutatemi a piangere”… “sono più i peccati che le gocce dell’acqua che cadono”; queste le parole della Madre, sofferente per la nostra mancata corrispondenza d’amore al Figlio morto per amor nostro. Sul terreno bagnato in quella giornata piovosa in cui le lacrime della Vergine si univano all’acqua piovana nel luogo in cui Ella si presentò a Veronica, rimasero impresse le orme della pastorella e quelle di Maria, firma di un incontro e di un accordo che potesse restare un impegno, un’alleanza tra cielo e terra, “rinnovabile” dagli uomini di buona volontà.
Maria ci ricorda che Dio salva per la sua Misericordia, non per i nostri meriti; che Egli scioglie dal laccio teso e non ci lascia nelle mani dei nemici se noi ci rivolgiamo a lui. Se noi preghiamo con cuore contrito… Un giorno potrebbe essere troppo tardi; non per l’abbraccio della sua Misericordia ma per la nostra incapacità di riconoscerla. Questo stringe il cuore di Maria in una morsa di dolore.
E Maria venne e continua a venire tra noi in modo ordinario e straordinario per trarci fuori dalle suggestioni del male. E prega. Per noi e con noi. E noi, preghiamo con la stessa fiducia che esprime il salmista quando si fa voce dell’uomo fragile, nello sgomento che teme l’esclusione dalla presenza del Signore, sorpreso da Dio che ascolta la preghiera del misero? “Siate forti, riprendete coraggio,
o voi tutti che sperate nel Signore”. Sal 30
Il nostro pellegrinaggio spirituale, esperienza di esodo verso terre visitate dall’Alto per confermare la nostra fede, per praticare la penitenza, per sperimentare in modo particolare la vicinanza del Signore, resta essenzialmente esodo verso il nostro centro, individuato sempre più distintamente attraverso la lente trasparente della Parola. Anche quelle parole sono orme che la Madre per prima ha custodito, lasciando che le incidessero il cuore…
Soprattutto quelle parole sono orme che, impresse sulla carta, si imprimono in ogni uomo pellegrino che le ascolta e medita, perché, custodite, circoncidano il cuore…