Si alterna il passo sicuro al passo incerto;

il passo veloce al passo stanco.

Si alternano cammini per arrivare lontano

A cammini per arrivare al profondo.

Per camminare con le ginocchia piegate…

 

Il pellegrino era un uomo che non godeva di alcun diritto civile: alla partenza emetteva un voto come testimonianza di scelta ascetica per seguire Cristo povero e riceveva segni distintivi prima e dopo il viaggio. I Carmelitani sono i testimoni nella storia del “santo viaggio” verso Gerusalemme: dopo essere giunti al Tempio, si ritiravano per dimorare con il Signore tra le caverne di roccia calcarea del Monte dove aveva vissuto il profeta Elia, colonizzatori della “valle del pellegrino”, pellegrini spirituali nella sequela Christi, custodita e alimentata dalla solitudine e dalla preghiera centralizzata sulla Sacra Scrittura. Gli eremiti-cenobiti che trascorrevano la vita sul Monte Carmelo, erano a servizio della terra Santa condividendo i frutti della loro unione spirituale a Cristo e ai fratelli con i quali vivevano l’ideale delle primitive comunità cristiane.

Così è per la Comunità delle Sorelle carmelitane, per noi, che viviamo in prossimità del Santuario.

Pietre per l’edificio della Gerusalemme celeste, consolidati nella via dell’interiorità e della fraternità, della meditazione incessante della Parola e da una vita eucaristica, i carmelitani sviluppano il carattere specifico del loro carisma nella Chiesa, dono dello Spirito per un servizio di unità e pace, di povertà e sobrietà, di “bellezza mariana”. Non più circoscritti in un luogo geografico, ma trasportati ovunque, nei secoli dalla trasmigrazione del 1291 ad oggi, attraverso un cuore disposto ad accogliere Dio, a divenire sua terra per sempre, i carmelitani vivono un cristocentrismo che pone Cristo come inizio e fine della vita carmelitana, servito con lo zelo del profeta Elia e il desiderio di purezza e docilità della Beata Vergine Maria.

Ogni pensiero e azione si svolgono nel suo nome: seguendo l’ideale della fraternità apostolica come Ordine mendicante, il Carmelitano mantiene la caratteristica peculiare del genere di vita eremitico, con l’assidua meditazione della legge del Signore, la vigilanza nella preghiera che è atteggiamento dinamico del “vacare Deo”, cercare Dio. Dio entra in profondità cambiando il mondo relazionale: non sono più gli occhi umani, lo sguardo limitato, il cuore oppresso dai condizionamenti a vedere e vivere il cammino, ma l’uomo nuovo che pensa, guarda, ama “dalla parte di Dio” e attende la pienezza data dall’unione definitiva con lui al termine del pellegrinaggio terreno. Aprire l’anima ai segreti del cuore di Dio significa aprire le porte ai segreti del cuore di tutti… tutti coloro che camminano con noi. L’orecchio attento all’ascolto di Dio, diviene attento ai respiri dell’uomo. E ai suoi sospiri. Accogliamo respiri e sospiri da presentare alla Madre Addolorata, inginocchiandoci lì dove anche lei si è chinata pregando per noi.