E’ interessante rileggere l’esperienza “dell’apostola della riconciliazione”, così come questa anima carmelitana ha riconosciuto di essere intimamente… La sua storia offre la possibilità di riflettere ancora insieme sulla continuità della missione tra Veronica Nucci e la nostra Comunità carmelitana. Ognuna di noi ha potenzialmente questo germe spirituale in sé stessa, una risonanza dell’esortazione paolina “Vi supplichiamo in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio” (2Cor 5,20), che è anche il cuore del messaggio di papa Francesco per la quaresima dello scorso anno.
Ognuna di noi è messa in condizione di far crescere interiormente tale desiderio e offrirlo come servizio derivante da un carattere contemplativo vissuto con attenzione e fedeltà. La nostra pastorella ha accettato l’impegno di pregare per tutti coloro che non hanno riconosciuto e quindi sperimentato l’amore di Dio; per tutti i cuori che non hanno preso il largo ma trovato la deriva. Così anche noi… Sfogliando le pagine del nostro percorso di carmelitani, tra le sfumature carismatiche ricevute in dono dallo Spirito troviamo anche una significativa sensibilità per il Sacramento del perdono. L’apostolato della confessione era un servizio ben definito e distintivo già nel XIII secolo. Ai frati era richiesta una adeguata preparazione per svolgerlo con cura e talvolta, per coloro che si erano distinti in questo servizio, ne è fatta menzione esplicita nei necrologi. L’aggiornamento sulle questioni morali era costante come il suggerimento di una confessione frequente abbinata alla frequenza delle celebrazioni eucaristiche cui si partecipava o si presiedeva come celebranti; per i religiosi era prevista la confessione settimanale. Nel Direttorio spirituale utilizzato nel XVII secolo e curato da p. Marco della Natività, leggiamo; la contrizione è la madre della confessione e la confessione è la manifestazione della contrizione…confessione nuda e piena… il peccato è come il veleno nel cuore che bisogna rigettare se si desidera liberarsi dalla morte; è come un ladro nascosto per uccidere segretamente il padrone della casa. La confessione frequente era pure suggerita a terziari e devoti della Madonna del Carmine, con inviti rivolti non solamente attraverso la predicazione ma nei tempi forti di Avvento e Quaresima e nelle feste patronali. Anche con la diffusione di stampati. Un esempio lo abbiamo nel manuale dei terziari risalente al 1775; La confessione deve essere intiera, con cuore contrito, semplice, chiara e vera, discreta umile, breve, ordinata, né si deve aggiungere nulla. Riconoscete la passione più forte per combatterla e vincerla… uno dei segni per riconoscere buona una confessione è la gioia interiore. E che l’anima tiepida diventi fervente. Esistono contributi di autori carmelitani come approfondimenti delle dimensioni spirituali della Riconciliazione e della funzione sociale del sacramento nel processo di conversione (cfr.Diz. Carm. 2008); noi cerchiamo di individuare la nostra parte e il nostro percorso in tal senso come sorelle carmelitane di vita contemplativa in questo luogo che parla proprio di desiderio di conversione e di scoperta dell’amore di Dio per ogni uomo, dell’amore vissuto fino alla fine, interamente, donato da Cristo sulla Croce. Iniziamo il cammino quaresimale; un esodo che dura una vita verso il Crocifisso risorto. La nostra preghiera di intercessione accompagna tale cammino perché sia protetto e sollecito, sostenuto dalla speranza che non muore. La nostra vita cerca di ricordare a noi stesse e a chi ci incontra, su chi il Signore poserà lo sguardo, ovvero, sull’identità di colui che sperimenterà la sua vicinanza con consapevolezza e conseguente ristoro. La sua figura è chiaramente delineata nella Scrittura; è l’umile… chi ha lo spirito contrito… chi osserva la sua Parola e la sente risuonare come parola di vita (cfr Is 66,2), chi accoglie il dono della libertà per non lasciarsi imporre il giogo della schiavitù… perché mediante la carità viva il servizio reciproco… e si lasci guidare dallo Spirito per ottenerne frutti di amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé (Cfr Gal 5, 1-25).
All’ingresso del nostro Santuario, ormai interamente ristrutturato, una frase incisa su pietra ricorderà ai fedeli che ne varcheranno la soglia, che noi siamo tempio di Dio e ciò che abbiamo nel cuore ha un valore superiore a qualunque altro bene…