Madre mia, addolorata dalla mia distanza,
Il tuo sguardo abbraccia tutti i tempi.
Tutti i cuori.
Abbracciami ancora
E incontriamoci nel Santuario del cuore
Nella bellezza di una nuova stagione.
19 maggio 2021: come ci raggiunge oggi l’evento che il 19 maggio 1853 sorprese la contrada del Cerreto? Forse ancora ci sorprende… perché il messaggio consegnato dalla Madre Addolorata è attuale, parla anche oggi di “distanze” e prossimità. Distanza dell’uomo da Dio, lontananza dalla percezione di essere da Lui desiderato e accompagnato all’esperienza eterna di scambio amoroso nel quale il bene cresce continuamente e trasforma tutte le cose. Oppure prossimità a Lui e ad ogni fratello che riceve lo stesso dono ed è chiamato a percorrere la sua strada per conoscerlo, viverlo e condividerlo. Distanze e prossimità che non sono archiviate in una storia dello scorso secolo, dunque, ma che entrano nella storia che stiamo scrivendo per conto nostro o insieme al Signore… Quindi, cosa celebriamo in questa data? Probabilmente un impegno, un rinnovo di alleanza che richiede conversione e consapevolezza di una missione da portare a compimento. Celebriamo un “grazie” sentito per la vita nuova che ci è offerta al prezzo del sangue di Cristo versato per noi; al prezzo di un martirio silenzioso della Madre di Cristo per noi. La Madre Addolorata tocca i nostri cuori con il suo, aperto e sofferente, in attesa di un ritorno dell’uomo a Dio per il quale Ella prega e supplica. Ognuno di noi sente di dover tornare; le distanze si creano anche con i peccati quotidiani, con la leggerezza di comportamento, con l’indifferenza nei confronti degli altri. Ogni tipo di mancanza è accompagnata da un lamento di amore sofferto provato dal Figlio e prolungato nel grembo sempre aperto della Madre. Sentire la sofferenza di Maria per noi significa entrare maggiormente nel mistero di sofferenza del nostro Salvatore per strapparci alla morte e ridarci la vita. Da carmelitane, ma questo può essere in una certa misura estensibile a tutti, sentire la sofferenza di Maria è anche essere interpellate su una somiglianza dei nostri cuori al suo; la nostra devozione a Maria deve tendere a far di noi quasi delle altre Madri di Dio, in modo che Dio sia concepito anche in noi e generato da noi. Il mistero dell’incarnazione ci ha rivelato che l’uomo vale molto per Dio e che Dio vuole essere intimamente unito all’uomo. La generazione eterna del Figlio dal Padre è la ragione più profonda di questo mistero d’amore. (Titus Brandsma, O.Carm.) Quindi, oltre ad essere madri nella gioia, lo siamo anche nel “dolore delle distanze” di tanti fratelli, con il desiderio di accorciarle per tutti nell’impegno di conversione personale e nella preghiera di intercessione costante. Anche noi possiamo essere chiamati “gestanti di Dio”, anche a noi il Signore manda il suo angelo a chiederci continuamente di aprire i nostri cuori alla luce del mondo, per poterla portare come una lanterna…
Cosa celebriamo ancora? Una responsabilità. Noi abbiamo ascoltato il messaggio di Maria, ci siamo riuniti tante volte in preghiera, noi carmelitane lo facciamo tutti i giorni: cosa sta cambiando in noi, cosa ci suggerisce il pianto di Maria e come può essere raccolto e trasformato in sorriso? Ognuno ha una sua parte da adempiere per sé, da offrire per gli altri.
Lo scorso anno abbiamo organizzato in questa ricorrenza un pellegrinaggio spirituale che permettesse ad ognuno di entrare a porte chiuse in questo luogo di preghiera, inaccessibile fisicamente a causa della pandemia e dei lavori di ristrutturazione in corso. Quest’anno abbiamo la grazia di poter aprire le porte, in un ambiente a cui è restituita bellezza di nuove luci, materiali e spirituali. La liturgia del giorno presenta per la Chiesa raccolta in preghiera mattutina, la consolazione di un Dio che sana e salva; è un messaggio che risuona particolarmente familiare nei nostri atri attraverso i versetti del salmo 85/86 che è voce confidente nel Signore: “Tu sei buono e perdoni, sei pieno di misericordia con chi ti invoca… mostrami Signore la tua via perché io cammini nella tua verità, donami un cuore semplice… ti loderò… perché mi hai strappato dagli inferi… acclami al Signore tutta la terra”. Nell’attesa operosa che questa acclamazione si diffonda viviamo nella speranza certa che ogni uomo vedrà la salvezza che viene dal nostro Dio, alleluia.