Carissimi, se Dio ci ha amato, anche noi dobbiamo amarci gli uni gli altri. Egli ci ha fatto dono del suo Spirito… Noi abbiamo riconosciuto e creduto all’amore che Dio ha per noi. Dio è amore; chi sta nell’amore dimora in Dio e Dio dimora in lui. (1Gv 4, 11.13.15)
Lo Spirito Santo ci ha raggiunti nuovamente in modo speciale: secondo quanto leggiamo e meditiamo nella Scrittura, dovrebbe aver piantato nuovi semi di amore per Dio e in Dio per tutti, rinnovando discernimento, stupore, conoscenza, fede, comunione stabile che diviene dimora. Sacra dimora. San Basilio sottolinea che il carattere sacro deriva dallo Spirito. Di lui hanno bisogno gli esseri che hanno vita e, come irrorati dalla sua rugiada, ricevono vigore e sostegno nel loro esistere ed agire in ordine al fine naturale per il quale sono fatti… E come i corpi molto trasparenti e nitidi al contatto di un raggio diventano anch’essi molto luminosi ed emanano da sé nuovo bagliore, così le anime che hanno in sé lo Spirito e che sono illuminate dallo Spirito diventano anch’esse sante e riflettono la grazia sugli altri. Desideriamo essere “ragionevoli ricevitori” di questo dono, irrorate di rugiada e di luce, in cammino verso il fine naturale dell’unione a Dio, che i carmelitani sono chiamati ad annunciare con la vita… Nella nostra tradizione alcuni Santi in particolare hanno provato a “dar voce all’inesprimibile” attraverso immagini che per “intuizione di grazia” potessero descrivere quanto essi percepivano interiormente. Sfogliando gli scritti di S.Maria Maddalena de’ Pazzi, monaca carmelitana fiorentina vissuta nel XVI secolo, troviamo immagini efficaci per entrare gradualmente nel Mistero dello Spirito Santo, di quel contatto prezioso tra Dio e l’uomo che avviene attraverso di Lui: Il movente Spirito è in sé la sostanza del Padre e la sostanza del Verbo; e va partendosi dall’essenza del Padre, dal compiacimento del Verbo e viene come fonte diffondendosi nell’anima e l’anima si annega in lui. E come due fiumi, sboccando, si uniscono insieme in tal modo che il minore di essi lascia il suo nome prendendo quello del maggiore, così fa questo Spirito divino che viene all’anima per unirsi con lei… Col suo peso e leggerità si muove in tutti quei luoghi atti e preparati a riceverlo. Nella data di fondazione del nostro Monastero e memoria dell’apparizione della Madre Addolorata a Veronica Nucci, recentemente celebrata con la riapertura del nostro Santuario, abbiamo cercato insieme i doni ancora nascosti in questa straordinaria esperienza di vita: l’eco di richiami mariani che ci sono gratuitamente offerti per la nostra conversione e salvezza sono sempre forti, custoditi in uno scrigno di preghiera che si apre continuamente per mostrare quanto esso contiene. Pregare perché i ciechi riaprano gli occhi, i sordi si aprano all’ascolto, i muti annuncino vita vera, significa verificare che anche noi, in una certa misura, siamo ciechi, sordi, muti e magari anche zoppi addormentati. Pigri, paurosi… Veronica sognò l’Addolorata che le chiedeva di costruire una cappella sul luogo dell’apparizione, segno visibile della sua venuta tra noi perché quell’esperienza potesse essere rivissuta da tanti nel tempo e non solamente letta come esperienza di altri tempi. Anche il nostro sogno si riempie di desideri del cielo per noi… Anche noi costruiamo cappelle nei luoghi interiori di incontro con Dio che si aprono nell’incontro con l’altro come partecipazione di esperienze umano divine… Torna quindi il messaggio di dimorare con Dio e divenirne nella misura possibile dimora; il messaggio di una comunione con Lui che diviene visibile nella comunione tra noi; la visibilità di un contatto che avviene continuamente e che non ci lascia come ci ha trovati. Un limite naturale superato nel confluire nel “Fiume dell’Amore” che ci travolge senza toglierci il respiro, ma anzi, donando nuovo respiro di vita. Peso d’importanza e leggerezza di movimento che raggiunge e riempie i luoghi con le porte spalancate. Ecco, apriamo le porte, tutti; la tentazione di chiuderle è sempre forte. Chiuderle per paura, prudenza, pigrizia, tristezza. Apriamo la nostra cappella, edificio di umanità che desidera vivere la sua pienezza nella vera e sacra libertà. Come… Quando… Lo Spirito Santo vi insegnerà ogni cosa; vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto. (Gv 14,26)