Nell’incarnazione ci furono due desideri: l’amore che mosse il Padre a mandare il Verbo e l’amore che mosse il Verbo a venire ad assumere la nostra umanità. L’amore che muove le due Persone è propriamente lo Spirito Santo, terza Persona della SS.ma Trinità, perché nell’assunzione della nostra umanità concorsero tutte e tre le divine Persone. Per quanto riguarda l’unione con la creatura nel SS.mo Sacramento, Dio è mosso a farla dallo stesso amore che lo mosse a incarnarsi, cioè a prendere la nostra umanità. (Cfr S.M. Maddalena de’ Pazzi, O.Carm. – Cantico per l’Amore non amato, Ed. Feeria – CO XXI) Questo desiderio ci raggiunge ed entra dentro di noi: la Chiesa scioglie il suo canto di lode, riconoscendo la prossimità eccezionale del Creatore degli astri, del Verbo eterno del Padre che si è fatto uomo. Le membra di Gesù sono i cieli che narrano la gloria di Dio: con le opere che compiono… annunziano il firmamento. Qual è il firmamento di Dio? La nostra anima. (Cfr Id. CO XXXVIII) Questa consapevolezza che si rinnova, invita interiormente all’adorazione: ogni momento della giornata, non solamente nel raccoglimento custodito in una cappella, davanti al tabernacolo. Possiamo sempre adorare Dio con un moto del cuore che trasmette a tutta la nostra persona l’invito a diventare noi stessi preghiera… ogni membro del corpo partecipa così a questo desiderio che si fa canto, movimento e alla fine, contemplazione. Durante la preghiera liturgica o la celebrazione eucaristica, simultaneamente cielo e terra si prostrano davanti a Dio. Si rinnova l’incarnazione del Verbo e con essa, il nostro atto di gratitudine profonda per l’amore che salva e assimila a sé ogni creatura. Atto di gratitudine che risponde al superamento di ogni limite verso la dilatazione infinita della vita. Questo tempo di attesa per celebrare con animo nuovo Gesù che viene alla luce, ci consenta di recuperare attenzione e amore appassionato, umiltà e docilità, liberazione del desiderio che si alimenta di preghiera personale e comunitaria ed estende onde risonanti di gioia e speranza in tutta la Chiesa. E oltre. Le braccia per stringere Gesù sono due: una è la preghiera. I Padri dell’Antico testamento così hanno attratto il Verbo sulla terra. L’altra è l’umiltà, ed è con questa che nel Nuovo testamento Maria ha attratto il Verbo a sé (cfr. Id., Probazione 13 dicembre 1588). Due braccia che stringono Gesù avvicinandolo al cuore, perché possa far crescere nuova carità.

Sr M. Daniela del Buon Pastore, O.Carm.