Accade all’improvviso, tonalità di emozioni intense mi sorprendono, mi infiammano. Un’armonia mi rapisce in poco tempo. Raffiche di tristezza, ma non sento solo dolore. Vivo e sento malinconia, mi accarezza dolcemente. Accade all’improvviso e io mi vedo su una spiaggia, in riva al mare agitato di tempesta: sento il suo profumo, ascolto il suo suono. È lo stesso! È quella frase musicale che in pochi istanti mi ha trapassato il cuore. Accade all’improvviso. Sento il vento, lo sento sulla pelle: è quella carezza che è suono, che è vento, che mi permette di respirare. Guardo il cielo, le nubi cariche di pioggia, ma non ne sento il peso. Il vento porta via qualcosa, ma non so cosa sia. E non ho peso. Eppure sono. Accade. Qualcosa dentro si consuma. Qualcosa che non smetterei mai di ascoltare. Signore, liberami dai miei nemici e dalle acque profonde, rispondimi, benefica è la tua grazia, volgiti a me nella tua grande tenerezza. (Cfr. Sal 68) Così, di nota in nota, di passo in passo riflessioni che reclamano attenzione ai sussurri di una Parola che diventa carne, che risuona nel creato, che mi “corrisponde”. Poi, mi capita di leggere:
“Seduto davanti all’organo delle possibilità, Iddio improvvisò una suonata che chiamò mondo; di esso, noi, poveri mortali, non percepiamo che la voce umana. Ed essa tuttavia ci appare già così bella: quale meraviglia se potessimo ascoltare la suonata nella sua interezza!” (Carl Ludwig Schleich). Ancora note ordinate, tonalità diverse, voci che sono melodie e che aprono spazi di incontro con la vita. Probabilmente ognuno di noi, in diverse circostanze, si è posto questa domanda: “Ma che senso ha la mia vita?” E si è messo in ascolto per cogliere un senso che talvolta sfugge. Porre in dubbio che la propria vita abbia un senso è espressione dell’esser uomo. E rispetto agli animali, tale espressione lo differenzia più del fatto di poter parlare, pensare, camminare, ci ricorda Victor Frankl: perché l’essere umano è un essere storico che non può staccarsi dal sistema di coordinate, di riferimenti in cui si muove ed è il senso a definire la storia. Il senso di un evento, di una chiamata, di una presenza in un luogo piuttosto che un altro. Il senso di un impegno o di un fallimento. L’uomo cerca e qualcosa accade all’improvviso. Quante volte in questi mesi abbiamo parlato della speranza che apre un varco nella sofferenza e consola profondamente: sulle forze dello spirito che permettono di mantenere o recuperare equilibrio difronte alle avversità: quante volte abbiamo accarezzato ciò che “supera” l’uomo, ed è in grado di conferire alla sofferenza umana il vero senso. Nelle raffiche di tristezza, che non lasciano solo dolore.
E abbiamo visto e udito: la vita risorge. La fede è creatrice: è una ricchezza interiore che ci fortifica. Per essa non c’è cosa che sia priva di senso. Possiamo dire che nel mondo esiste una specie di legge della conservazione dell’energia spirituale: essa ci dice che nessun pensiero è perituro, anche se non si è mai potuto esprimere: che la vita di ogni uomo, in tutta la sua drammaticità e talora tragicità, non è mai inutile, anche se nessuno l’ha mai presa in considerazione, anche se nessuno saprebbe farne un romanzo. Il romanzo che ognuno di noi ha vissuto è sempre un’opera creativa incomparabilmente più grande di qualsiasi romanzo sia stato mai scritto. Ognuno di noi sa che il contenuto della propria vita non può andar perduto. (Cfr V.Frankl, Logoterapia e analisi esistenziale) Piccole grandi storie, la meravigliosa responsabilità di una scelta: il sapere che il futuro, il mio proprio futuro e con esso quello delle cose e delle persone che mi circondano, è in certo senso dipendente, per quanto in misura minima, dalla mia decisione di ogni momento. (Id.) E accade all’improvviso, una nuova armonia mi rapisce in poco tempo. Si ravvivi il cuore di chi cerca Dio, poiché il Signore ascolta i poveri e non disprezza i suoi che sono prigionieri (Sal 68).
Sr M.Daniela del Buon Pastore, O.Carm.