L’anima mia è assetata di Dio, del Dio vivente (Sal 42).
La Parola, fonte inesauribile. Chi è capace di comprendere, Signore, tutta la ricchezza di una sola delle tue parole? Il Signore ha colorato la sua parola di bellezze svariate, perché coloro che le scrutano possano contemplare ciò che preferiscono. (S.Efrem, Commenti sul Diatessaron I)
La vita del carmelitano comincia presso una Fonte: Cristo è per tutti Fonte, sorgente d’acqua che zampilla per la vita eterna e sgorga come fiume. Ma nella storia del carmelitano, la Fonte è anche luogo geografico presso il quale eremiti e pellegrini si radunarono per vivere un’esperienza particolare di ricerca di Dio. Presso la Fonte hanno riconosciuto la chiamata a costituirsi “famiglia” in un carisma specifico, dono dello Spirito Santo. La Fonte di Elia, oltre ad essere una risorsa idrica per la loro permanenza sul Monte Carmelo, suggeriva una modalità di vita: stare profeticamente davanti a Dio, vivere della sua Parola, ruminarla, facendovi continuamente ritorno per assimilare la sua forza vitale. Quel suolo reso ferace non solo da elementi naturali, ma per aver accolto Gesù e il suo sangue versato per noi, per la nostra ri-creazione e partecipazione all’Essere divino, non era forse il luogo più adatto per la ricerca del riposo contemplativo, eppure i primi eremiti/pellegrini riconobbero una particolare familiarità con il profeta Elia che aveva conosciuto profondamente Dio nel silenzio, nella brezza leggera che accarezza la vita: e si fermarono nel luogo dove egli aveva vissuto, decidendo di imitarlo nel testimoniare con fedeltà e zelo la loro fede, la loro appartenenza al Dio unico e vero. La Fonte, via di comunicazione tra cielo, terra e profondità, rimanda dunque alla concentrazione, all’accoglienza di una Parola viva che riempie bocca e cuore. Ovunque. Come acque profonde sono i consigli nel cuore umano, l’uomo accorto le sa attingere(Pr 20,5). L’uomo che sa ascoltare e ascoltarsi: l’uomo che cerca Dio e trova in Lui la sapienza come acqua pura. Essa fissa la sua dimora nel giusto e diventa in lui sorgente (Cfr C.Cicconetti, Simboli Carmelitani). Ogni fontana e ogni sorgente sono promessa di fecondità (Lv 20.18. Is 51,1) simbolo di grembo generatore. Anche noi, qui, ci siamo accostate ad una Fonte, grembo generatore: il centro dinamico della nostra vita è sempre l’eucaristia, ma la Fonte presso cui siamo state convocate è Maria. La lettura simbolica della fonte, in chiave femminile ci conduce a Maria, sorgente che scaturisce dalla casa di Dio (Gl 3,18): con le sue lacrime versate e raccolte per amore, ha irrigato e dissetato questa porzione di maremma, ha reso questo luogo sacro, riservato ad una vita profetica. Con la sua presenza speciale, ha ispirato imitazione nel desiderio di essere e portare consolazione.
O Maria! O amorosa Maria! Sei la fonte segnata col sigillo immacolato del Verbo eterno, per cui sei dichiarata Vergine e Madre, Madre e Vergine
Qui si spera che ogni anima diventi una fonte segnata col sigillo della perfetta immagine di Dio che egli ci ha impresso. In te o Maria è racchiuso lo stesso Dio, tutto il cielo e tutte le creature. (S M..Maddalena de’ Pazzi, O.Carm., Probatione II) Secondo un antico autore carmelitano, J. Baconthorpe (XIV sec.), la predicazione consiste nel portare a valle l’acqua di questa fonte, annunciando misericordia divina, lode a Dio e della Vergine. Da simbolo di contemplazione e interiorità, la fonte si trasforma in simbolo di attività apostolica: per sua natura sgorga continuamente e raggiunge terre anche distanti dal suo luogo di origine: sgorga attraverso cuori accoglienti e traboccanti. La Madre Addolorata possa sempre custodirci nei nostri propositi di fedeltà al Signore che trabocca nella missione che ci ha affidato: e possa custodire coloro che accogliamo perché si dissetino e lascino zampillare in sé stessi l’acqua viva che sgorga in eterno, contemplando le sfumature di bellezza più utili al loro cammino di ricercatori di Dio.
Sr M. Daniela del Buon Pastore, O.Carm.