“Come il musicista, con la cetra ben intonata, per mezzo di suoni gravi e acuti abilmente combinati crea un’armonia, così la Sapienza di Dio, tenendo nelle sue mani il mondo intero come una cetra, unì le cose dell’etere con quelle della terra e le cose celesti con quelle dell’etere: armonizzò le singole parti col tutto e creò con un cenno della sua volontà un solo mondo e un solo ordine del mondo, una meraviglia di bellezza”. (Cfr. S. Atanasio, Discorso ai pagani) Possiamo applicare questa metafora anche alla nostra esperienza a Cerreto: attraverso l’amore di Maria, la Sapienza ha raggiunto ciascuna di noi, in modi e tempi diversi. Maria ha pizzicato ogni corda tesa sullo strumento intagliato dalla Sapienza divina, perché il suono potesse accordarsi con altri suoni, perfezionando la sua nitidezza, la sua identità ed essere perfettamente intonato rispetto all’intonazione dello strumento: un cammino lungo, ovviamente non concluso. Per riconoscersi e farsi conoscere, per entrare e uscire e narrare entrate e uscite attraverso il vibrare in accordi: “Il Verbo divino vide la creatura uscire di strada e peccare, guastando la bella immagine che le aveva dato. Per il grande e infinito amore che le portava, la Sapienza, uscita da sé volle prendere la stessa forma dell’uomo per poterlo liberare e farlo tornare nel primo stato nel quale lo aveva creato. La creatura deve anch’essa entrare e uscire di continuo da te, o Verbo, ma ci vuole grande impegno per imparare questa sapienza dell’entrare e uscire pur rimanendo sempre in te. È necessario che la creatura entri nella divinità ed esca nell’umanità per imitarti”. (S.M.Maddalena de’Pazzi, O.C., Rivelazioni e Intelligenze, III g.). “Voglio cantare inni, anima mia. Svegliatevi, arpa e cetra, voglio svegliare l’aurora. Ti loderò tra i popoli, Signore, a te canterò inni tra le genti, perché la tua bontà è grande fino ai cieli e la tua verità fino alle nubi. Innàlzati, Dio, sopra i cieli, su tutta la terra la tua gloria. Perché siano liberati i tuoi amici, Dio ha parlato nel suo santuario… “(Sal 108) Qui ogni corda ha continuato a vibrare nel tempo, scossa da eventi che hanno permesso di scoprire nuove sequenze di note per suonare insieme una melodia unica: unisono il desiderio, specifica la missione, fraterna l’armonia. Ogni nota cerca di accordarsi con melodie celesti quotidiane, fremendo al soffio della Parola, il nostro Diapason, e della preghiera che ne scaturisce. E cerca accordi, ascoltando i suoni disordinati della terra nella quale nasce: così noi, fatte di terra, percepiamo i richiami del cielo e ascoltiamo i nostri e altrui suoni disordinati per accordarci in una speranza che è certezza, per avvicinarci ai suoni di riferimento udibili anche negli angoli più oscuri e nascosti della storia. Come parlare ancora dell’aurora di un mondo nuovo in cui avvengono miracoli di conversione e comprensione, di consolazione e di risurrezione interiore? Abbiamo pensato di farlo rileggendo la nostra storia attraverso la spiritualità carmelitana: un modo per ringraziare il Signore per il dono della chiamata, per ringraziare e amare ancor più Maria che ama ogni uomo con il massimo amore esprimibile da una creatura. Così, di “19 in 19”, il mese di febbraio, ci “accorderemo” con quanto P. Cosimo Pagliara, O.Carm. ci presenterà del linguaggio della consolazione nell’esperienza profetica di Elia; il mese di marzo, insieme a P. Luca Sciarelli, O.Carm., canteremo San Giuseppe, come custode di speranza e in aprile, con P. Nicola Sozzi, O.Carm., cercheremo di comporre nuove melodie di vita rinnovata riflettendo sulla Vita carmelitana, come spiritualità di risurrezione. Con la veglia mariana del 18 maggio, guidata da P. Mario Alfarano, O. Carm. si concluderà il nostro piccolo percorso, nell’attesa operosa di aprirne altri insieme. Il giorno 19 maggio, celebreremo la data di fondazione del nostro Monastero: la celebrazione, alle ore 17,30, come anche tutti gli altri appuntamenti, eccenzion fatta per la veglia che si svolgerà alle ore 21,00, sarà presieduta dal nostro caro Mons. Giovanni Roncari.