Fiorì poi Maria
e in lei prese dimora la nuova vita, Cristo.
(Cfr Discorsi di S. Efrem, III secolo)
Come la primavera sprigiona la sua vitalità, così Maria trabocca di forza vitale, quella della Parola ascoltata e accolta come Parola vivente, incarnata. Fiorì Maria e continua a chiamare a fioritura i suoi figli, perché in loro prenda dimora Cristo. Fioriscono coloro che come lei, ascoltano la parola di Dio e la osservano (Lc 11,28). Per metonimia “primavera” corrisponde ad un anno di vita. La nostra Comunità conta trenta primavere che si compiranno il prossimo 19 maggio: ci coinvolge quindi come importante verifica, la fioritura di Maria alla quale è legata la vivacità della nostra. In ognuna di noi, una parola particolare della Sacra Scrittura ha animato una serie di “eccomi”: prima come risposta alla chiamata per essere consacrate al Signore come carmelitane, poi come consenso a servirlo in un luogo particolare per tutto il tempo che Egli vorrà. E poi… ogni giorno altri “eccomi”, a volte decisi, altre volte timidi. Il tempo scorre, tra boccioli e fiori sbocciati e in esso irrompe il tempo di grazia, che non “toglie”, ma piuttosto custodisce fedelmente memoria di amore, sofferenza, desideri, progetti, fallimenti, opere delle nostre mani: e permette di guardarci dentro per vedere se Cristo si è formato in noi e quanto di Lui siamo riuscite a condividere. È un tesoro, il passato, con il bene compiuto e le colpe commesse. Si: perché il passato non è una specie di film già finito della nostra vita e che l’attore rivive, ma è un film ancora in fase di ripresa. Le sequenze passate sono ormai fissate, ma le future sono ancora aperte alla felicità dell’interprete, affidate alla sua responsabilità. (Cfr V. Frankl, Logoterapia e analisi esistenziale) Abbiamo ancora tempo di correggere, mettere in gioco, donare. Siamo giunte al giorno tanto atteso per ringraziare insieme il Signore: trent’anni di storia scritti in collaborazione con la sua grazia. Impara da Cristo, fratello, come si ama Dio. Impara ad amarlo con dolcezza ed intensità di cuore, con saggezza, con tutta l’anima, con fortezza e con tutte le energie. (J.Soreth, O.Carm. – Esposizione parenetica). È un’esortazione che i nostri Santi ripetono a noi, nei secoli, per vivere la nostra Regola con fedeltà: lo hanno fatto tra queste mura anche le Sorelle chiamate a fondare il primo nucleo di una comunità benedetta nel tempo. Ci hanno offerto la loro fortezza. Signore, abbiamo cercato di guardare agli esempi di vita più vicini a noi, a coloro che ci hanno aperto la strada: e a Maria, nel cui abbraccio siamo accolte. Lei, maestra di dolcezza e intensità, è venuta a ricordarci il dolore per peccati e inadempienze di tutti. È venuta proprio qui, in questa terra di maremma dove si innesta la terra del Carmelo. Rinnoviamo, celebrando questi primi trent’anni della nostra storia, la consapevolezza di essere chiamate a vivere una missione che fiorisce sulla Parola che salva. L’esperienza di S.M.Maddalena de’Pazzi, O.Carm. sembra far eco alla riflessione sulle gioie e sui dolori di Maria, che divengono gioie e dolori della creatura che la segue e “concepisce” in sé stessa Cristo, il Verbo: “Si prova una pena intollerabile non riuscendo a rendere tutti atti a ricevere questa gloria. O essere mirabile del mio Verbo, conosciuto da pochi e da pochissimi confessato! Nel mare del Tuo essere mirabile, noi navighiamo di continuo, con gran pericolo di annegare per le continue ondate qualora non seguiamo il corso delle acque, se cioè non conosciamo bene il Tuo essere mirabile che ci vuol salvare e ci rendiamo indegni della salvezza che ci vuoi donare”. (Cfr 40° CO). Perdona Signore, quando saggezza ed energie sono venute meno. Che le eco di sante esperienze di vita, continuino a risuonare nei nostri cuori e nei nostri atri e il nostro canto di benedizione possa essere incessante, unito al canto di benedizione del creato: Benedite il Signore, voi tutti che lo temete, lodatelo e celebratelo, perché il suo amore è per sempre. (Cfr Dn 3,90)
Sr M.Daniela del Buon Pastore, O.Carm.