Sentinella che scruti l’orizzonte,

animo attento ad ogni minimo movimento,

animo materno, che si prende cura e si fa difesa,

dimmi… cosa vedi?

 

 

“Attendiamo pazientemente di conoscere da Dio maggiori cose, se si degnerà di manifestarle per la sua SS.ma Genitrice”. Così papa Pio IX rispondeva al vescovo Francesco Maria Barzellotti il 13 agosto del 1853, in una lettera di accoglienza fiduciosa della storia di Veronica Nucci descritta dal Pastore al quale ella si era rivolta su esortazione della Vergine. La richiesta di costruire una cappella nel luogo delle apparizioni fu quindi accolta con questo desiderio; un’attesa di continuare a comprendere, in questo luogo privilegiato, il disegno di Dio, che certo non si limita alla consegna di un messaggio incastonato in un tempo e in uno spazio circoscritti, ma continua a muovere gli animi ad una maggiore comprensione della Misericordia divina. E alla responsabilità, per chi nella sua vita ha potuto sperimentarla, di condividere il proprio percorso, il proprio pellegrinaggio interiore, per usare il termine scelto per definire questo cammino iniziato lo scorso 19 gennaio. Pellegrinaggio che ha come meta il frutto di una vera e costante contemplazione del mistero; la trasformazione della vita, la santità personale, unica e irripetibile. Ci siamo chieste come far “respirare” oggi, nel nostro territorio, il messaggio consegnato dalla Vergine a Veronica. Da carmelitane che condividono lo stesso desiderio di liberazione spirituale del popolo in mezzo al quale vivono la loro fraternità… desiderio di Cielo. Seguendo le coordinate di un carisma che nella Chiesa richiama essenzialmente il valore della preghiera, in unione intima con il Cristo, incontrato e seguito in cima al Monte… il Monte Carmelo! Con la guida della Vergine Maria…

Non c’è una storia sacra separata da una storia profana, ma una storia di dialogo tra Dio e uomo che non si interrompe se non per nostra scelta. Dio salva con la collaborazione libera e responsabile dell’uomo. In questo luogo Egli si manifesta e chiama con una voce udibile e riconoscibile dagli abitanti, con un linguaggio proprio che permette di comprendere quale servizio, quale cammino di umanizzazione, quale solidarietà vivere con efficacia, secondo la grazia ricevuta. Così desideriamo “leggere” il territorio; leggerlo insieme a tutti coloro che sono disposti a camminare con noi… Non può esserci un interprete unico di questa storia, né può essere un evento di cui “vantarsi” senza perpetuarne l’esistenza nelle nostre vite. La nostra esperienza è chiamata a farsi annunzio, profezia.

La dignità dell’uomo e la sua libertà dalla schiavitù del peccato è proclamata dal Vangelo che pure ammonisce a raddoppiare tutti i talenti umani a servizio di Dio e a bene degli uomini, raccomandando carità.

Come “sentinelle” del territorio per stato di vita attraverso preghiera, meditazione della Parola, veglie, fraternità, accoglienza, siamo “donne in staffetta”, presenza orante da 28 anni che ha un carattere di maternità che si diffonde ovunque vi sia affanno e pena, sull’esempio della madre della misericordia. Conveniamo, dunque, nell’incontro familiare, nella koinonia aperta e irradiante. Vivendo la Parola, assimilandola nel cuore perché determini tutto il nostro agire e divenga rendimento di grazie al Padre per averci visitato e chiamato; a conversione, e a servirlo con fedeltà e purezza di cuore.