Per i carmelitani Elia, il profeta di fuoco, è un modello ispiratore; riprendiamo il tema della fedeltà, accennata nel precedente articolo, fedeltà al Signore che si riversa in benedizione per la vita. Elia ha combattuto il sincretismo religioso e difeso l’unico vero Dio; sono narrati diversi episodi in cui lo zelo di Elia testimonia fede salda e desiderio ardente di Dio. Ma ce n’è uno in particolare nel quale la fragilità del profeta emerge per ricordare a tutti noi la condizione della natura umana e l’utilità di sperimentare fino in fondo la debolezza per poter compiere tutto in Colui che è e da’ forza… La crisi del profeta, impaurito dalla regina Gezabele, idolatra, si consuma ai piedi di un ginepro e sembra avere il suo culmine nell’invocare la morte. In quel momento egli è consapevole di sé ed è nella condizione migliore per servire Dio in umiltà e libertà; quindi, riceve il conforto di un angelo e cibo per riprendere il cammino. Cibo che viene dal cielo e che nutre a tal punto da permettere la ripresa del cammino della vita come un pellegrinaggio verso il Monte Horeb. Il monte dell’Alleanza è nuovamente meta per un rinnovo di quel patto e della missione affidata al profeta perché sia portata a compimento. Il mormorio di una brezza leggera che Elia ascolta affacciandosi da una delle caverne dove, secoli più tardi, i primi carmelitani decisero di vivere la loro vita di ricerca di Dio, è riconosciuto come il linguaggio della Presenza che dona pace, che sottolinea intimità di incontro con una Misericordia senza limiti. La carta di identità del profeta sembra quindi avere questi tratti distintivi: vita vissuta alla presenza di Dio, docilità allo Spirito che conduce il cammino, lotta contro l’idolatria e ogni strumentalizzazione religiosa e del potere, universalità della missione che coinvolge anche i pagani, amore per la solitudine, privilegio dell’incontro con Dio faccia a faccia, come Mosé.
Veniamo alla nostra “caverna”, al luogo da cui ci affacciamo per ascoltare la Parola di Dio e prolungare con la vita il Suo soffio leggero, perché arrivi come consolazione in tutto il mondo. La cavità in cui siamo inserite è senz’altro il costato aperto di Cristo, che prende forma di cella nei tempi di preghiera personale e di chiesa nei tempi di preghiera corale. Come Elia è stato completamente disponibile al volere di Dio presentandosi davanti a Lui con quell’integrità che è richiesta a tutti per un cammino di verità e libertà interiore, così cerchiamo di fare noi come comunità in cammino di conversione. Il profeta, uomo solitario, appare solo quando la sua missione lo richiede: anche noi ci affacciamo sul mondo alternando visibilità a nascondimento, intimità con il Signore a condivisione spirituale dei beni ricevuti. Elia è distante dagli uomini ma contemporaneamente coinvolto in modo profondo nelle loro vicende, con senso di responsabilità e desiderio di indicare a tutti l’unica via percorribile per la salvezza. Per gli ebrei è un compagno di viaggio nel continuo pellegrinaggio del popolo di Israele. La nostra Comunità desidera essere così compagna di viaggio, presenza discreta e costante, perché in ogni momento e soprattutto nei momenti di maggiore prostrazione di coloro che si affidano alla nostra preghiera, possiamo inginocchiarci con ciascuno insieme a Veronica che per prima qui lo fece accanto alla Vergine Addolorata. Ella lo fece perché fosse consumato tutto ciò che separa il cuore da Dio, offrendo preghiera e sacrificio perché tutti potessero comprendere la speranza alla quale sono stati chiamati. Le lacrime versate con amore e speranza possano essere per tutti la consolazione di cui riferisce San Paolo (2 Cor 3-5); Sia benedetto Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, Padre misericordioso e Dio di ogni consolazione! Egli ci consola in ogni nostra tribolazione, perché possiamo anche noi consolare quelli che si trovano in ogni genere di afflizione con la consolazione con cui noi stessi siamo consolati da Dio. Poiché, come abbondano le sofferenze di Cristo in noi, così, per mezzo di Cristo, abbonda anche la nostra consolazione.