Un cuore freme, Signore, il mio;

un desiderio vola con ali di colomba

in luoghi che non riesco a raggiungere.

Luoghi lontani, dove nulla opprime.

Luoghi di rifugio, luoghi di protezione.

Una voce… la tua…

“Getta in me il tuo affanno, io ti sosterrò!”

Una promessa che si rinnova…

… anch’io Signore, anch’io rinnovo la mia!

 

 

Stiamo camminando con il profeta Elia, al quale i carmelitani si ispirano riferendosi ad un’antica storia di discendenza; sì, i primi eremiti che cercavano un luogo sul monte Carmelo presso la fonte detta di Elia – definito “uomo di solitudine” dai padri della chiesa – affascinati nel percorrere i suoi passi, in ascolto e offerta di sé, coltivavano il desiderio della perfezione, dell’integrità di cuore, del raccoglimento costante in preghiera alla presenza di Dio, del coraggio di attraversare il deserto per conoscere la verità di se stessi; elementi che risuonavano fortemente nel cuore di coloro che giungevano in Terra Santa per consumare la propria vita in quei luoghi benedetti.

L’ideale della purezza di cuore come piena disponibilità del cuore a Dio, è divenuto uno dei cardini della nostra spiritualità, ideale vissuto da Elia e incarnato dalla Vergine Maria, che ne è perfetto modello. Proprio per l’amore ai segreti della solitudine e della purezza di cuore, Elia ottenne una particolare familiarità con il suo Creatore e Padre, divenendo modello di intimità con Dio; dall’Horeb al Tabor.

Il Carmelo è un luogo sacro per ebrei, cristiani, mussulmani. Un tempo lo fu anche per i pagani che ivi costruivano templi alle loro divinità; una terra riservata al culto, che per i cristiani è sacra anche perché luogo in cui la Scrittura ci narra il rinnovo dell’alleanza tra Dio e l’uomo e ci manifesta attraverso il profeta, la potenza di Dio. Terra che è luogo di grazia, di fecondità spirituale ma anche naturale; sinonimo di bellezza e di prosperità. La terra carmelitana giunta in maremma attraverso di noi, porta con sé storia e responsabilità; storia di secoli, storia di salvezza universale, di salvezza personale… vissuti intrecciati, incontri, processi di umanizzazione per l’Incarnazione del Signore che si prolunga in ogni cuore. Responsabilità di condividere la propria esperienza perché quella fecondità non venga meno, perché la memoria che diviene eredità e vita, sia manifestazione della misericordia di Dio in ogni luogo.

 

Ti ascolto, Sapienza eterna;

entra come voce narrante meraviglie, io non ti farò più uscire!

Resta con me Sapienza eterna,

resta e diventa in me sapienza del cuore.

Un cuore che ti veda e ti possegga…

Nella misura in cui ne è capace.

Che io non perda nulla Signore;

nulla della tua Vita che scorre in me…

 

Il Carmelitano è colui che entra nel cuore di Dio per vivere il passaggio dalla contemplazione all’azione; quando si incontra veramente Dio nella preghiera, nella trasformazione del cuore, nella ricerca di vita e verità, lo si riconosce anche in ogni uomo. E si può vivere una naturale prossimità nella carità. Continuiamo ad essere pellegrini e viandanti, non vagabondi, per lasciarci condurre dallo Spirito…