Le tue opere Signore,
scintille da osservare.
Che infiammino fiaccole!
Ogni tua opera richiama un’altra opera,
ogni significato
contiene altro significato.
La preghiera
che custodisce la meraviglia della scoperta,
lo stupore dell’oltre infinito,
sia la nostra compagna di viaggio.
Maestra di verità, maestra di relazione.
“I peccati degli uomini sono più delle gocce di pioggia che bagnano questa terra in cui pascola il gregge a te affidato…” La Madre Addolorata così cercava di sensibilizzare la piccola Veronica ad una preghiera ancora più intensa per coloro che non si lasciano condurre dall’amore di Dio. Gocce di pioggia che richiamano lacrime di dolore, ma anche amore sofferto che feconda la terra inaridita, penetrando nei suoi solchi. Linguaggio simbolico che richiama altro, che sollecita riflessioni spirituali, che cambia la vita. Quanti richiami intorno a noi… Il Signore non abbandona l’opera delle sue mani (Sal 137); ci dona la Parola in cui “specchiarci”, i sacramenti, gli esempi di vita con cui confrontarci e anche le chiavi per aprire gli scrigni del creato in cui è custodita infinita e coinvolgente bellezza… epifania di un Dio che ama e chiama ad amare. E’ un’avventura spirituale che consolida l’unità tra noi nell’unione con Dio anche attraverso la corrispondenza del visibile all’invisibile, per scalare insieme il Monte del Carmelo che è simbolo di ascensione e si erge nel cuore che cerca il Signore… qui, nel Santuario che si erge come un Monte, luogo toccato dal Cielo e ormai irresistibilmente attratto da quel Cielo… Un monte… che identifica per tutti un cammino “in salita” e per i carmelitani un carisma. Siamo fratelli di Maria; convocati in origine sul monte Carmelo, chiamati poi a “disperderci” e a vivere la “spiritualità della montagna” anche nei luoghi “pianeggianti”, cerchiamo di contemplare l’epifania del profondo, nell’interiorità di ogni relazione. Cristo è il Monte dei monti, culmine dei monti santi che sono i testimoni di vita fedele al Signore; tra questi monti santi, osserviamo il profeta Elia nella sua preghiera solitaria, nella sfida agli idoli, nell’invocare la pioggia dopo lunga siccità, pioggia annunciata dalla nuvoletta che simboleggia la Vergine, benedizione per l’umanità… Guardiamo anche così la pioggia che fa da scenario al primo incontro tra l’Addolorata e Veronica; pioggia, in questo luogo, che è stata ed è benedizione perché la preghiera intensa cambi le sorti della terra riarsa dei cuori, perché giungano i tempi della consolazione. Nell’attesa di poter essere anche noi monti santi ereditando lo spirito dei Padri e celebrando lo spirito di bellezza della Madre, Signora del luogo sul Monte Carmelo, Signora di questo luogo in cui è apparsa, cerchiamo di farci cantori di quella bellezza; la bellezza della Misericordia del Padre che passa attraverso il grembo della Madre per tutti. Misericordia che ci raggiunge per sollecitare un cammino di conversione, di riconciliazione con Dio e con i fratelli, in salita, in cordata. La preghiera attraverso cui eleviamo la nostra esistenza, ancor prima che aiutare coloro che sono “lontani”, produce effetti in noi; esprime il nostro anelito di liberazione e trasformazione per un cuore nuovo e uno sguardo nuovo. Sguardo che ridesta speranza… che osserva il mondo, le persone, gli eventi come icone. Come l’icona sacra è “finestra” attraverso cui il Cielo si rivela a noi per essere contemplato con cuore aperto e orante, così ciò che osserviamo intorno a noi è icona che si apre per vedere oltre. E per ricordarci che anche noi possiamo essere a nostra volta finestre, icone attraverso cui possa essere visto l’invisibile che vive nel nostro cuore… Strumenti di riconciliazione perché riconciliati. Invochiamo lo Spirito che permette di conoscere i segreti dell’uomo e di Dio, capace di cogliere la Parola creatrice che abita il mondo come fuoco e lo scalda, lo accende, lo illumina, capace di operare miracoli di guarigione.