Un raggio di luce divina

Attraversa un velo di tenebra…

Ecco, si accende la Luna.

Vergine, Serva, Regina.

Un raggio di luce mariana

Accende uno stoppino…

Ecco, un’anima di cera si consuma.

Opaca, consacrata, profumata.

Giochi di luci forti

Che abbracciano luci soffuse;

richiami di bellezza divina.

Richiami nella preghiera.

Bellezza che non conosce sera…

 

Il Signore da’ appuntamento ai Carmelitani sui monti, dapprima con una chiamata storica convocandoli nella Terra del Signore e poi “biblica”, con percorsi di lettura e meditazione della Sacra Scrittura; dal Carmelo al Calvario, passando per il Tabor. Infatti, dopo averli attesi presso la Fonte di Elia, tra le grotte del Monte Carmelo, attirandoli a sé per ciò che quei luoghi evocano della ricerca appassionata e “raccolta” di Dio, Egli li ha condotti e ancora li conduce di monte in monte, attraverso una densa esperienza spirituale di interiorità per contemplare Cristo trasfigurato insieme ad Elia, il profeta rapito e consumato dal fuoco dell’Amore. E poi… ai piedi della Croce, al fianco della Vergine lacerata dal dolore che diviene maestra di accoglienza; che accoglie come Madre, che è accolta come Madre… e Sorella nel cammino di fede. Madre, Sorella, Bellezza che resta tale anche nel momento più drammatico della sua esistenza. La stretta e familiare partecipazione alla vita di Maria è anche partecipazione al suo dolore, come ci indica la pastorella Veronica, ma sempre con un cuore aperto alla gioia e colmo della speranza vissuta in ogni manifestazione del Signore trasfigurato, quella stessa che san Paolo descrive ai Colossesi; Perciò sono lieto delle sofferenze che sopporto per voi e completo nella mia carne quello che manca ai patimenti di Cristo, a favore del suo corpo che è la Chiesa (Col 1,24). San Paolo aggiunge poi la descrizione della missione che Dio gli ha affidato, quella di realizzare la Parola di salvezza fra le genti… far conoscere la gloriosa ricchezza, Cristo. L’annunzio è vita che si fa anche ammonizione e istruzione, affinché ognuno possa camminare verso il completamento della santità personale, verso l’uomo perfetto (cfr col 1, 25-28). Partecipazione che è completamento, dunque, per noi e per i fratelli cui siamo responsabili come figli di un unico Padre. Torniamo a noi Carmelitani, che passeggiamo nel giardino dei simboli, la sacra Scrittura, e abbiamo cara quella pagina in cui Gesù dalla croce dona sua Madre a tutti e a ciascuno. Come un’eco di passi spirituali, Carmelitane a Cerreto, passeggiamo intorno al Santuario nei giardini che furono pascoli, e accolte nella dimora che protegge il luogo in cui la Madre versò lacrime per tutti noi, cerchiamo di farci dimora a nostra volta. E ancora come San Paolo cerchiamo di attualizzare nella vita la Parola che egli rivolse ai Galati; Sono stato crocifisso con Cristo e non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me. Questa vita che vivo nella carne io la vivo nella fede del Figlio di Dio, che mi ha amato e ha dato se stesso per me. (Gal 2, 20)

La nostra dimora è “la Parola che cerca dimora in noi” e che chiede di mostrarsi come esperienza di amore ricevuto e ridonato: lo esprime la Regola che parla del rimanere meditanti la legge del Signore, proprio come un abitarla e farsi abitare da Essa. La dimora diviene simbolo di uno “stare dinamico” in Cristo e dello stare dinamico di Cristo in noi. Anche sul Calvario osserviamo lo stare; stava la Madre addolorata… fino alla fine. E anche lì, ci investe la dinamica di abitare ed essere abitati dalla presenza di Maria. La partecipazione al suo pianto è anche aprire le porte della nostra dimora a coloro che piangono perché lontani da Dio, irrigiditi dall’assenza dell’Amore, disorientati dal mondo che invade il cuore e ne prende pieno possesso. E accogliendoli con la preghiera in un “luogo” spazioso, in una cella interiore che è deserto in cui le esperienze di morte e risurrezione, liberano progressivamente una obbedienza grata e filiale al Padre, restiamo tese al completamento del disegno di Dio, in una comunione sempre più profonda con tutti gli uomini del nostro tempo…