“Ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli”. Lc 10, 21

“Quali cose, mio Signore?”

“Figlia mia, cosa mi hai chiesto nel giorno in cui la Chiesa fa risuonare queste mie parole, cariche di desiderio per voi?”

“Che desidero vivere in castità per il regno dei cieli, abbracciare volontariamente la povertà – che è condivisione di ogni bene ricevuto – e offrire a Dio il dono della tua obbedienza. Per seguirti, non con le mie forze, ma con quelle che mi darai perché io possa portare a compimento il progetto di Dio su di me. Perché io resti fiaccola accesa da quel fuoco ardente che infiammò il profeta Elia, nostro Padre… perché io possa essere a mia volta madre, guardando a Maria Vergine, accogliendo nel mio grembo – il tabernacolo di carne in cui tu vivi costantemente – tutti coloro che il mio sguardo incrocerà, che le mie orecchie ascolteranno, che il mio abbraccio stringerà… e tutti coloro che tra le pagine della Scrittura, prenderanno forma attraverso le dinamiche umane e spirituali che sono grida di aiuto e desiderio di tutta l’umanità, espresse con le tue parole… le parole di un Verbo incarnato che ha assunto la nostra umanità. Non una impetrazione di bisogni, ma un’intercessione vissuta con tutta la mia persona donata. Ti ho chiesto di avere sempre forza di cercare il tuo Volto nella preghiera e nella solitudine, che è raccoglimento in te, qualunque sia il vento che mi raggiunge e agita vesti e pensieri. Cercarlo nei fratelli, prima di tutto nelle Sorelle che mi hai messo accanto, entrando rispettosamente nel cuore di tutte, saper stare con tutte, come l’ultima di tutte, ma pienamente partecipe di un cammino meravigliosamente impegnativo. Saper respirare ad ogni ritmo, anche se diverso dal mio e camminare ad ogni velocità, sapendo restare in sintonia con ogni passo. Ti ho chiesto di saper imparare sempre… Ti ho chiesto questo, attraverso le formule che ho letto in piedi o in ginocchio, sul presbiterio che è stato un prolungamento dell’altare su cui si è consumato il sacrificio eucaristico”.

Tratti essenziali di un cammino di vita religiosa… Una voce carmelitana che accoglie con queste parole; Figlia carissima, la Fraternità del Carmelo ti accoglie, d’ora in poi tutto sarà in comune tra noi. Ed ecco… nella nostra fragilità, percepiamo un’estensione incalcolabile; una fusione di cuori dei quali non si possono misurare i confini, confluenti in quello del Signore … “O Signore, mio Dio, lo so che è difficile comprendere tutto questo e che la sapienza del cuore che tu doni senza merito, permette di cogliere solo una parte di questa incredibile fiducia che tu dai all’uomo, chiamandolo a servirti e a coinvolgere altri in questo cammino di sequela. E’ forse questo che intendi rivolgendo a me queste parole, patrimonio di tutti e di ciascuno, mio Signore e mio Sposo?”

“E’ questo, Figlia mia. Vivi alla mia presenza per custodire questo dono”.

Un “Si” che rende spose dell’Eterno Re con l’anello nuziale e la responsabilità di una scelta da custodire con integrità e fedeltà per essere accolta nella gioia delle nozze eterne. Una pioggia di grazia, precipitazione reale che rinfresca chi la accoglie… una conferma della grazia battesimale… Così è per ognuna di noi.