Ero lì, proprio lì davanti: i miei pensieri mi portavano altrove, ma i miei sensi percepivano la Presenza. Il profumo d’incenso, la luce soffusa e concentrata in un preciso punto di convergenza, l’ostensorio. Un silenzio da ascoltare, nel quale ogni piccolo rumore ordinariamente impercettibile, sembrava spezzare un misterioso equilibrio… per poi rientrare in esso, come un vortice intorno a quel Centro. Punto di convergenza. Anche i pensieri, ribelli alla forza motrice di quel movimento, piano piano furono risucchiati per trasformare la loro essenza disordinata, in domande e risposte alla luce emanata da quel Punto così vivo. Perseverate nella preghiera e vegliate in essa (Col 4,2) Perseverare e vegliare in un’amicizia fondamentale, nella quale tutto il bene diventa possibile. E’ vocazione carmelitana, la mia, sì: un messaggio universale che anche io, ora e sempre, sono chiamata a far risuonare attraverso la mia esistenza, risuonare per me, noi, tutti. Una vocazione che tiene acceso il fuoco della preghiera. E io… Ero lì… un’adorazione eucaristica in un tempo fuori dal tempo… uno dei momenti per curare la relazione personale con Dio. Un momento speciale. Relazione personale che è come un respiro che consente di trascendere il mondo e lo porta ad essere ciò per cui è stato creato. Porta me ad essere ciò per cui sono stata creata. Noi carmelitani cerchiamo solo di dare una forte priorità a questa relazione personale con Dio, anche sostenuti da una lunga tradizione di preghiera e contemplazione. (Cfr Vedere l’invisibile – Yohannes Indrakusuma, O.Carm.) Per entrare nell’amore di Cristo che sorpassa il conosciuto e conoscibile, per sperimentare una “quantità e qualità” che non si può immaginare, perché è partecipazione all’essere di Dio. (Cfr. Ef 3,18-19)
Sempre lì, ferma, con lo sguardo al Centro, pensavo quanto ne fossi distante. Gesù, tempio santo di Dio, distrutto dagli uomini e riedificato dal Padre, fa’ che anch’io, piccolo tempio, possa essere santuario vivente della tua gloria. Il mio sguardo si abbassò a terra nella memoria di questa intercessione pregata nel giorno del Sacro Cuore di Gesù. Sentivo crollare le pietre… mi sentivo una pietra.
Mi illudo con me stessa nel ricercare la sua colpa e detestarla? Resisto alla grazia? Rifiuto di capire, di compiere il bene… ostinandomi su vie non buone? Ma… il Signore raccoglie quelle pietre, le lavora e le impiega come pietre vive per edificare e riedificare… Signore, la tua grazia è nel cielo, la tua fedeltà fino alle nubi… Quanto è preziosa la tua grazia, o Dio! Si rifugiano gli uomini all’ombra delle tue ali, si saziano dell’abbondanza della tua casa e li disseti al torrente delle tue delizie. E’ in te la sorgente della vita, alla tua luce vediamo la luce. Concedi la tua grazia a chi ti conosce. (Sal 34) I confini della terra hanno veduto la salvezza del nostro Dio. I miei confini; perché nonostante tutto, io ero lì… Re e Centro di tutti i cuori, rivelaci la grandezza della tua misericordia e rinnova con me e con tutti gli uomini del nostro tempo, il tuo patto d’amore… Era la sua voce che parlava in me, io non ero in grado di parlarGli. Eppure stavo rivivendo l’evento pasquale, una risurrezione di vita. Come leggiamo nel libro del profeta Osea, ho nuovamente percepito il richiamo dell’amore, i primi passi con Dio nel giardino del Carmelo, quando lui mi teneva per mano e non mi rendevo conto di quale cura Egli avesse per me. E quanti altri, nei loro giardini? Io li traevo con legami di bontà, con vincoli d’amore, ero per loro come chi solleva un bimbo alla sua guancia, mi chinavo su di lui per dargli da mangiare. Il mio cuore si commuove dentro di me, il mio intimo freme di compassione. Non darò sfogo all’ardore della mia ira… Cfr Os 11, 1. 3-4.
Grazie Signore… E a te Maria, mi rivolgo ora, a te che mi hai condotto in questo luogo dove il Signore attendeva di parlare in modo speciale al mio cuore perché la mia conversione potesse essere più consapevole e profonda. Lo faccio con le parole di preghiere che appartengono alla nostra lunga tradizione:
Madre mia, mio rifugio e mia completa consolazione, sei sempre il mio cammino e la mia luce. Insegnami e dammi l’aiuto come gradirà al tuo Figlio Santissimo e a te. Liberami da me stessa e da tutti i miei nemici… lasciando i miei vizi per dare in ogni cosa onore e gloria a Dio. (Maria perpetua da Luz. O.Carm. XVIII sec.)