Alcuni figli di Maria, per l’abitudine di considerarla loro amabile Madre, si lasciano condurre, formare e possedere dallo stesso spirito di Maria; in modo che il suo spirito viva e operi ogni cosa con essi. Perciò nei figli di Maria, vive e opera lo Spirito di Gesù come ha operato in lei. Maria vive nei suoi figli inclinando e dirigendo le loro facoltà per farli vivere in modo nuovo in Dio. Tanto che possono ben pregarla con le parole “Vita, dolcezza e speranza nostra…”. (Cfr Michele di S.Agostino, O. Carm.) Così il venerabile carmelitano descrive coloro che sentono di appartenere a Maria. E’ una consolante apertura per tutti coloro che la invocano e desiderano realmente lasciarsi condurre da lei. Nel silenzio del Santuario a lei dedicato, dunque, il cuore attento si interroga su come oggi possiamo lasciar libero quello spirito, quella passione per gli uomini, quelle lacrime d’amore. Ci raggiungono echi di pianto per noi e per i poveri di tutti i tempi e di tutti i luoghi; un sussurro di conversione e solidarietà, amplificato da Veronica e dai santi che, nell’esperienza di profonda preghiera contemplativa, hanno maturato una delicata e costante compassione per povertà materiali, povertà nella malattia, povertà di valori. Nel mese di gennaio la nostra Famiglia religiosa ricorda due sacerdoti toscani vissuti in epoche diverse, anime generose nella loro prossimità ai bisognosi; S. Andrea Corsini, vescovo di Fiesole nel XIV secolo, e il beato Angelo Paoli, nato nel 1642 ad Argigliano. S. Andrea non poteva pensare ai poveri senza piangere; nessuno di loro, bussando alla sua porta tornava a casa a mani vuote, né a cuore vuoto. La giustizia sociale richiamata dai suoi gesti, predisponeva che anche i cuori potessero riempirsi di desideri di bene. I suoi occhi videro la peste nera, i medici con lunghi mantelli e mascherine protettive (di cuoio), il disorientamento, la difficoltà di gestire un morbo dilagante, la diffidenza verso i poveri, gli stranieri, i “diversi”, ritenuti responsabili del dilagare della pestilenza, l’isolamento, la morte in solitudine. E l’inevitabile indebolimento delle reti sociali. Nel suo cuore maturò e perfezionò il desiderio di prossimità a indigenti e malati, di ristrutturare edifici, di sanificare strutture e costumi del tempo; una reazione decisa a favore degli ultimi come instancabile operatore di carità e concordia. Lo spirito di Gesù operò in lui come nella Vergine Maria, alla quale egli aveva promesso affetto filiale e imitazione attraverso la consacrazione nell’Ordine carmelitano. Ella che Addolorata accoglie sotto la croce ogni suo Figlio, contribuì attraverso gli eventi della storia che il vescovo carmelitano ha vissuto, alla custodia di un pezzo di cielo nella terra del suo cuore. La preghiera potenzia le capacità dell’anima e la rende vigile e aperta per accogliere porzioni di cielo; anche Veronica Nucci lo ha testimoniato con la sua vita raccolta in Dio, una vita semplice che nel contatto con la natura guardata nella sua bellezza e nei suoi richiami evocativi, si elevava ancor di più. Il beato Angelo Paoli, un po’ come lei, custodiva il dono della preghiera nella solitudine e in mezzo alle bellezze delle colline su cui si posava il suo sguardo. Le notti trascorse da religioso carmelitano in adorazione eucaristica, attiravano la benedizione del Signore e gli ottenevano “risorse inspiegabili”, richiami di pagine di vangelo; egli riusciva a distribuire alimenti a centinaia di persone ogni giorno. Particolarmente attento ai poveri, si spendeva anche per i malati e per creare una rete di solidarietà come “comunicatore della carità”. Attaccato alla passione di Cristo, portava con sé e nei luoghi che visitava la croce di salvezza. Due Padri dei poveri, dunque, due uomini comunicatori ed evangelizzatori che hanno tessuto reti di relazioni fraterne e di sensibilizzazione in tempi di prova, impegnati in una pastorale che fioriva dalla contemplazione… Ci incoraggiano per compiere la nostra parte oggi e incoraggiare a nostra volta il dialogo con Dio nel raccoglimento e nella speranza; la comunicazione delle nostre esperienze umane e spirituali per ricostituire reti di relazioni; il donare e saper edificare, consolare, condividere beni; saper consegnare la vita senza lasciarla andare, ma vivendola fino in fondo; per possedere lo stesso spirito di Maria in tutto il nostro cammino…